Niños du Brasil feat Nico Vascellari, 
Chiostro del Bramante, Roma
Dissonanze 2010
21 maggio 2010

Note:
(1) Programma evento
21-05, Chiostro del Bramante, Roma, Dissonanze 2010.www.dissonanze.it 
(2) Nico Vascellari intervistato a Radio Papesse dopo l’inaugurazione della mostra Revenge alla 52esima Biennale di Venezia. 
(3) City of God (Cidade de Deus), film brasiliano del 2002 diretto da Fernando Meirelles.

Dissonanze, non solo festival di musica elettronica, presenta le performance di artisti italiani ed internazionali importanti: Nico Vascellari e i Niños Du Brasil ipnotizzano il pubblico romano al Chiostro del Bramante.

Dissonanze, oltre al tradizionale appuntamento al Palazzo delle Esposizioni, organizza una serie eventi collaterali (negli ultimi anni in collaborazione anche con la fanzine Nero magazine) dal taglio più artistico durante i quali vengono presentati artisti italiani ed internazionali che lavorano con il corpo e la musica. Nell’edizione 2010, appena svoltasi a Roma, Nico Vascellari si è presentato con una performance-concerto accompagnato dal duo Niños Du Brasil. Un momento dedicato, recita il programma, al lavoro “sull’improvvisazione, sul potere del ritmo e sul suo senso di coinvolgimento” (1).

Vascellari, scultore, artista e performer che sta conquistando il mondo dell’arte europeo e americano, ha un passato da musicista noise, punk-underground. Con il suo gruppo, The With Love, per anni ha suonato in giro per l’Italia e l’Europa proponendo quello che è il frutto della loro ricerca sonora. Da sempre ha infatti manifestato un’attrazione per la musica cui aggiunge un’ossessione per la fisicità del corpo in quanto mezzo espressivo (2). Per Vascellari l’azione artistica si palesa spesso in un momento performativo in cui suoni, immagini, oggetti e corpi si uniscono.

Uno dei due Niños e Vascellari sono saliti sul palco allestito nel Chiostro del Bramante vestiti con magliette e pantaloni di colore chiaro e con il capo coperto da un cappello di ghirlande dorate tenute saldamente al loro posto con scotch marrone da imballaggio. Ai piedi, mocassini che ricordano le squaw indiane. L’uno e l’altro cantavano nei microfoni e suonavano i tamburi. Il secondo Niño, al mixer, portava una parrucca nera in stile afro – fissata con il solito scotch – una cappa multicolore e la sua faccia era dipinta di bianco. 
La performance è sembrata spontanea e dalla struttura poco elaborata (hanno suonato due brani per un totale di mezz’ora di show). I ritmi e le parole delle canzoni erano ripetitivi: come un mantra facile da memorizzare.

L’esibizione era un ibrido tra un concerto underground e una danza tribale fatta di percussioni. I livelli di lettura sono molteplici. Iniziando dal nome del duo, Niños Du Brasil – i bambini del Brasile – che già di per sé evoca la realtà difficile e disagiata delle favelas dove ai ragazzi in qualche modo viene negata l’infanzia (3). Vascellari si unisce al duo vestendosi come loro, diventando uno di loro. E, in quanto bambini, si mascherano, arrangiandosi con dei vecchi addobbi natalizi, e giocano insieme (a un certo punto improvvisano palleggi con un pallone da calcio immaginario). Eppure il loro gioco, in certi momenti, s’indurisce e sembra perdere la sua natura ludica per diventare qualcosa di più grande, che li trascina nel vortice. Colpiscono violentemente i tamburi, si lanciano sul pubblico, urlano, sono ubriachi o in preda a una sorta di delirio. Una virilità adulta che sembra scontrarsi con il mondo immaginario dei bambini. Il contemporaneo che si mescola alle tradizioni tribali. La violenza che si alterna alla vulnerabilità. Durante tutta la performance si avverte un filo tirato al massimo che da un momento all’altro rischia di rompersi facendoci oltrepassare il limite; una bomba innescata che sta per esplodere. L’aria che si respira è tesissima: una sensazione di precarietà del momento, un’ombra scura che incombe sulla festa. Ma poi nulla. E questa è stata la vera forza della performance, ciò che le ha dato una personalità originale, a differenza dell’esibizione successiva di Assume Vivid Astro Focus & La Chatte che, con le sue elaborate maschere, numerosi acrobati ed interpreti, giochi di luce, attrezzi circensi ed effetti speciali, era così strutturata da risultare asettica e pretestuosa.

Quest’esperienza per il pubblico romano conferisce al festival Dissonanze la prova di essere cresciuta nel tempo arricchendo il proprio programma musicale al top nella scena elettronica mondiale, con interventi di artisti che alla musica aggiungono livelli più complessi di espressione artistica.

Alcuni momenti della performance di   Nico Vascellari, 21 maggio 2010, Chiostro del Bramante, Dissonanze ’10. Courtesy di Neromagazine. Foto di Lorenzo Gigotti