Riferimenti bibliografici:

Giuseppe Marano e Marco Deseriis, Net Art, l’arte della connessione, Shake edizioni, Milano 2003.

Andrea Balzola, Anna Maria Monteverdi (a cura di ), Le Arti Multimediali Digitali, storia, tecniche, linguaggi, etiche ed estetiche delle arti del nuovo millennio, Garzanti Libri, Milano 2004.

Tatiana Bazzichelli, Networking, La rete come arte, Costa&Nolan, Milano 2006.

Pier Luigi Capucci, Arte e Tecnolgie: comunicazione estetica e tecnoscienze, Edizioni dell’Ortica, Bologna 1996.

Riferimenti web:

http://www.irational.org

http://www.easylife.org

http://www.we-make-money-not-art.com

http://www.nettime.org

Note:

(1) http://www.we-make-money-not-art.com/archives/2006/02/ interview-of-vu.php
(2) Giuseppe Marano e Marco Deseriis, Net Art, l’arte della connessione, Shake edizioni, Milano 2003, p. 17. 
(3) Joachim Blank, “What is netart ;-)?”,http://www.irational.org/cern/netart.txt

(4) Tommaso Tozzi, Dal Multimedia alla Rete: ipertesto, interattività e arte in Le Arti Multimediali Digitali, storia, tecniche, linguaggi, etiche ed estetiche delle arti del nuovo millennio, a cura di Andrea Balzola, Anna Maria Monteverdi, Garzanti Libri, Milano 2004, p. 221.
(5) Ibidem, p. 225. 
(6) http://www.easylife.org/netart/

La net.art, l’arte della connessione, è nata ufficialmente nel 1997, quando alla decima edizione della Documenta di Kassel le fu finalmente dedicato uno spazio istituzionale tra le altre forme di arte contemporanea.
In quella occasione fu presente Documenta Done, il sito clone di Documenta X, che diede avvio ad una serie di siti “plagiati”. Il padre dell’opera è Vuk Cosic, pioniere della net.art, che è anche colui il quale, secondo la leggenda, coniò il termine net.art. Si dice infatti che nel dicembre del 1995 Vuk Cosic ricevette un incomprensibile messaggio di posta elettronica da un mittente anonimo, dal quale estrasse un particolare frammento contenente i termini “Net. Art”.
Il pezzo di messaggio era il seguente:
[…] J8~g#|\;Net. Art{-^s1 […]

Successivamente, Vuk Cosic trovò che il fatto che tale formula fosse stata creata direttamente da un computer fosse estremamente interessante e sicuramente adatta per quella nuova sperimentazione artistica a cui lui stesso si dedicava in quel periodo; anche perché, dopo che il suo amico Igor Markovic decifrò l’intero messaggio (che era scritto in Ascii), si accorse che il contenuto dell’e-mail riguardava proprio l’arte che circola su internet.
Dunque si dice che Vuk Cosic ideò e diffuse l’espressione net.art, ben presto accolta, condivisa e diffusa dalla comunità artistica. 
L’artista, però, non è sembrato essere in accordo con questa storica versione dei fatti: “I didn’t coin that term. net.art is an expression that was coined by Pit Schultz sometime in 1995. Alexei Shulgin wrote that silly story about me for fun, and that e-mail is still the most frequently referenced work of net.art” (1). 

Le caratteristiche della forma d’arte a cui, forse, fu Vuk Cosic a dare un nome, sono molteplici e non semplici da individuare, perché la net.art si esprime tramite i più svariati mezzi di comunicazione e spesso è tangente, o accoglie, o a volte si identifica con altre forme di arte contemporanea. Eppure, nascendo nella rete, avendo questa come tema centrale ed esistendo solo nella connessione, accade che “per la prima volta nella storia dell’arte, il mezzo di distribuzione e quello di produzione vengono a coincidere” (2).
Bisogna innanzitutto ricordare che la net.art nasce con il multimediale, con l’ipertesto, di conseguenza ne condivide gli aspetti. L’opera è aperta, indeterminata, in divenire, può essere modificata e non ha una forma univoca, alle volte nasce per mezzo della collettività e non del singolo autore ed è quindi soggetta alla causalità dei singoli e molteplici atti creativi degli spettatori/autori; tutto questo significa che il suo senso e la sua struttura non sono necessariamente stabiliti a priori e, per quanto riconoscibili, possono evolvere e mutare, come se si trattasse di un organismo vivente. Precisamente, una delle caratteristiche che le appartengono è proprio
l’espletarsi tramite differenti forme, la mancanza di una forma unica ed univoca; “net.art does not have a tight visual language. It behaves rather like a chamaleon. It is caught up in a constant process, reacting quickly and sensitively to changes”(3).

L’anima camaleontica della net.art dipende in parte dal fatto che l’opera di net.art è non di rado creata o almeno concepita collettivamente, infatti l’“artista non è colui che produce il singolo oggetto, bensì artista è chiunque partecipi al sistema (o network) all’interno del quale viene prodotto il singolo oggetto”. (4)

Considerando questi aspetti, è facile capire perché l’idea tradizionale di arte sia stata rifiutata dalla net.art, tanto che è accaduto perfino che l’artista non si sia né percepito né dichiarato tale. 
Nella net.art l’attenzione è tutta spostata dall’individuo a quel che egli genera, dall’autore al prodotto. I concetti di arte e artista risultano allora mutati in maniera sostanziale e definitiva. La cooperazione diventa fondamentale, gli spettatori prendono parte attiva di modo che la produzione si evolva e si diffonda orizzontalmente, non più in modo gerarchico, verticale. Si sfrutta e si ricalca la struttura dello stesso mezzo di creazione, propagazione e tematica principale: la rete. 
La partecipazione attiva del pubblico non sarebbe pensabile senza l’interattività, che può essere definita intercreatività dal momento che lo spettatore agisce e contribuisce alla costruzione dell’opera. Tommaso Tozzi parla di coevoluzione mutuale, per meglio “sottolineare l’aspetto etico della necessità di ricavare un beneficio reciproco nello scambio interattivo in rete” (5). L’opera è tale in quanto è reperibile ed accessibile al pubblico, rappresenta un momento di condivisione e collaborazione.

Un interessante dibattito volto all’analisi delle prime manifestazioni della net.art è avvenuto nel 1997 sulla mailing list Nettime, quando si tratteggiarono le prime differenze tra la net.art e le altre forme di arte che sfruttano internet; fu in quella occasione che si tracciarono le note distintive che le appartengono.
Nel 1999, Natalie Bookchin e Alexei Shulgin illustrarono efficacemente tutti i tratti peculiari della net.art in Introduction to net.art (1994-1999): “Specific Features of net.art. 1.Formation of communities of artists across nations and disciplines 2. Investment without material interest 3. Collaboration without consideration of appropriation of ideas 4. Privileging communication over representation 5. Immediacy 6. Immateriality 7. Temporality 8. Process based action 9. Play and performance without concern or fear of historical consequences 10. Parasitism as Strategy a. Movement from initial feeding ground of the net b. Expansion into real life networked infrastructures 11. Vanishing boundaries between private and public” (6).

Dall’alto:

Vuk Cosic

Net.art diagram

Vuk Cosic, Documenta Done