BIBLIOGRAFIA:
Paul Fuchs. Unter den Linden, testi di Eliana Princi e Golo Föllmer, Munchen, s.d.
Paul Fuchs. Carry B, Munchen, s. d. (1995)

NOTIZIE UTILI:
Ubicazione: Località Boccheggiano, presso Massa Marittima (GR). Dalla strada statale Aurelia, in direzione Roma Livorno, si esce a Braccagni e si prosegue in direzione Roccatederighi e poi al bivio per Meleta si procede in direzione Siena per circa 2,7 km, fino all’imbocco di una strada sterrata, percorribile in macchina fino a 700 metri dall’abitazione dei Fuchs, che va raggiunta a piedi.
Ingresso: gratuito, visita per appuntamento.
Informazioni: tel. 0039 0566 998221
e-mail: paul.fuchs@tiscalinet.it

L’ubicazione della casa di Paul Fuchs, sperduta nella campagna maremmana, ostenta la personale idiosincrasia dell’eccentrico tedesco per il progresso e i suoi strumenti. La vita rurale ha favorito lo scultore bavarese a ripensare tempi e modi dell’esistenza e ha permesso la rigenerazione di un estro creativo irrigidito dalle consuetudini accademiche.

Giardino dei suoni è in realtà il titolo di un gruppo di sculture eseguite nel 1981 che ha finito per indicare l’insieme di opere raccolte nel terreno attorno l’abitazione dell’artista. Il complesso, infatti, non ha una articolazione determinata ma è piuttosto, come ama definirlo lo stesso artista, un work in progress; le opere esposte possono cambiare di numero e posizione; ma il riferimento costante allo spazio naturale garantisce una identità al Giardino.

Lo scultore mira alla conciliazione tra l’esaltazione delle qualità fisiche dei materiali e la riduzione geometrico-astrattiva delle forme. Nemico della monumentalità retorica, Fuchs trova nel dialogo con il contesto paesaggistico la condizione ideale allo sviluppo del suo discorso poetico. Esplora l’ambiente alla ricerca di quei punti di forza dove intervenire, con la duplice ambizione di sottolineare il paesaggio e di fondersi in esso ad un tempo; e accade non di rado che, seppure scaturiti dal diuturno conversare con la campagna toscana, i suoi oggetti si trovino a loro agio nel tessuto urbano, in virtù di una loro innata capacità di stabilire immediati e fecondi nessi con ciò che li circonda.

Fuchs è attento osservatore del paesaggio, sensibile alle minime trasformazioni dettate dal susseguirsi delle stagioni, dal trascorre delle ore durante la giornata e dalle condizioni climatiche. Asseconda lo spazio naturale, conferendo alle opere capacità acustiche e possibilità di movimento in risposta alle sollecitazioni dell’ambiente. Le sculture chiedono di essere colte proprio come enfasi del dato ambientale.

La variazione dello stato fisico dei materiali rafforza l’integrazione delle forme dell’opera con l’ambiente. L’interazione ha luogo su differenti piani: è l’alterazione dell’aspetto dei materiali costitutivi, quale può essere la progressiva formazione di una patina ossidativa su di una superficie metallica, graduale adeguamento cromatico allo spazio circostante.
Ma anche il movimento, totale o parziale, predeterminato o aperto alle sollecitazioni ambientali, diviene fattore di mutazione diacronica. Opere come 0 e 1 hanno parti mobili, dei “cappelli” fissati a cardano su lunghi steli che sono in grado di cambiare posizione secondo la spinta del vento e riscrivere così l’assetto stesso della scultura. La molteplicità degli assetti, come somma di quelli esperiti e di quelli possibili, compone in evento la dimensione realizzativa dell’opera. Il bozzetto di Girandante ruota su se stesso, azionato dall’energia eolica, mentre la versione tedesca della medesima scultura è mossa dalla forza di un motore; in entrambi i casi l’attenzione è focalizzata sul divenire.

Analogamente, le proprietà acustiche di alcuni pezzi accrescono esponenzialmente la possibilità di riscrivere all’infinito i modi di manifestazione dell’opera. Sonnenbaß riunisce ed esemplifica le differenti direzioni della ricerca artistica di Fuchs. Seminascosta tra i cespugli, la scultura si erge con ieratica postura su due rotelle di metallo che alludono, non senza ironia, al movimento dei cortei processionali nelle festività religiose. Metafora di statua votiva o reliquiario, spogliata di ogni orpello e ricondotta a sobria geometria, è composta da un telaio che incornicia e sostiene un elemento cilindrico da cui scende, per connessione di un cavo in acciaio, un battaglio di bronzo.

L’estremità inferiore del bastone è volutamente prossima ad urtare delle grandi pietre poste sul terreno, affinché le oscillazioni, trasmettendosi al cilindro, cassa di risonanza, si traducano in suono. Non diversamente da certi rituali di preghiera orientali in cui l’orante suona una campana, l’opera invita al contatto-percussione che liberi la sua voce profonda ed evocatrice; nondimeno anche un alito di vento è sufficiente ad attivare il dispositivo.

La concezione musicale dell’artista, basata su un approccio intuitivo della disciplina, non di rado si intreccia con la produzione plastica. Fuchs è ideatore e costruttore di curiosi oggetti sonori, inediti strumenti con i quali esegue spesso concerti. Fin dal 1968, anno di realizzazione del suo primo disco, Fuchs tiene concerti e performances in vari paesi del mondo. Dal 1975 realizza i suoi Ballast String, sculture sonore con cui esegue i suoi concerti.

Tematica importante della produzione di Fuchs sono i lavori dedicati agli spazi dei bambini, cui l’artista tedesco si dedica fin dal principio degli anni Ottanta, ad esempio nella città di Ingolstadt o a Monaco di Baviera in Germania. Conscio delle particolarità che caratterizzano la fruizione infantile, l’autore esalta le qualità interattive e ludiche già intrinseche alla sua idea artistica.

Tra i suoi bozzetti si trovano ranocchie basculanti, con la bocca spalancata, in cui i bambini possono nascondersi e dondolare, e scivoli dalle linee sinuose, testimonianze di opere allestite in parchi pubblici. Nel Giardino un imponente, ma pacifico volatile tramuta le vibrazioni delle sue piume metalliche in misteriose onde sonore, percettibili accostando l’orecchio alle valve della conchiglia, posta ad altezza di bimbo lungo il fusto sul quale è appollaiato l’animale (l’opera ricorda il Nido armonico del Boschetto di Grosseto).

Dall’alto:

P. Fuchs, Serpentina, Giardino dei Suoni

P. Fuchs al lavoro

P. Fuchs, Antenna, Giardino dei Suoni