Parla l’artista e racconta il suo punto di vista dal suo punto di vista.
Una breve biografia di Soskic ed una Autobiografia in 4 parti a cura di Simonetta Lux e Dragica Cakic Soskic.

Ilija Soskic nasce a Decani, località montenegrina della ex-Jugoslavia, nel 1934. La sua posizione artistica si pone in linea con l’intellighenzia intellettuale repressa dal realismo sociale. Durante il regime titoista, tramite le sue abilità sportive – primatista jugoslavo di lancio del martello –, riesce a sfuggire ad una punizione militare dovuta alla sua posizione critica anti partito, e si conquista la possibilità di studiare presso la facoltà di Belle Arti di Belgrado.
Gli esordi sono contrassegnati dall’impatto violento e profondo che ebbe su di lui il Teatro povero di Jerzy Grotowski, il cui articolo del 1964 (poi messo a mo’ di introduzione del famoso Verso un Teatro povero uscito nel 1969) venne tradotto nella sua lingua nel 1965 sulla rivista “Scena” pubblicata a Novi Sad; dalla fascinazione per l’arte americana di Pollock, ma anche dall’esistenzialismo francese e dal teatro russo; in seguito, il suo percorso creativo tende a non essere più distinguibile dalla sua stessa vita.
Sulla scena culturale di Belgrado importante il contatto con Djuna Blasevic, che allora dirigeva il Centro culturale studentesco di Belgrado (concesso da Tito a seguito delle rivolte studentesche del ‘68).
Dal 1969 Soskic si trasferisce in Italia, a Bologna, dove scopre il linguaggio di Manzoni e di Pascali, e dove incontra e diviene amicissimo di Luigi Ontani, insieme al quale apre la stagione performativa europea.
Dal 1973, è a Roma dove frequenta l’ambiente sovranazionale delle gallerie Gap e l’Attico; tornerà nella sua terra solamente per assistere e testimoniare i disastri della guerra. Il suo lavoro, tra azione performativa, video ed installazioni, tende a fondere in un’elaborazione altamente critica elementi culturali e politici, mitologie ed elementi drammatici della natura: un percorso che offre ampio spazio alla dimensione progettuale condensandone la natura concettuale e filosofica. S.L. e D.C.S.

Ilija Soskic, Entscheidungsproblem, 2003, performance-installazione (l’artista, indossando la bombetta nera con su inscritto in gesso entscheidungsproblem, fora un sacco nero pieno di sabbia, facendone uscire come da una clessidra). Foto A. Zakrzewicz, Anguillara Sabazia (Roma) in Una giornata particolare. Particolare: l’artista indossa il teorema di F.P. Ramsey.