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il
museo laboratorio d'arte contemporanea
pubblicazioni
/ Collana ArtisticaMente
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14. Simonetta Lux, Domenico Scudero, Gino Sabatini Odoardi. Controindicazioni.
collana Artisticamente. Documenti, Lithos 2003
87 p., [8] c. di tav. b/n e colori, ill. nel testo; 21 cm
ISBN 88-86584-82-2 |
"A
boccaperta" è il titolo dell'installazione che Gino
Sabatini Odoardi ha realizzato per il Museo Laboratorio nel 2002,
con riferimento a uno scritto di Carmelo Bene cui l’intera
personale è dedicata.
Dei comuni bicchieri di vetro si dispongono sulla parete della
sala espositiva, ricolmi di inchiostro nero in quantità
variabile. Prelevando un oggetto-simbolo appartenente a un contesto
sociale familiare e quotidiano, l’artista ne richiama le
qualità comunemente percepite e le ribalta nel paradosso
che scuote e attacca le cognizioni passivamente accettate. L’inchiostro
pronto da bere è offerto a chi guarda, possibile vittima
del mare di parole potenzialmente concentrate nel bicchiere. Si
beve tutto ciò che si scrive, come è ammesso nel
pannello che affianca l’installazione: un invito alla riflessione
critica sull’inconsapevole processo di imbibimento/imbambolamento
delle coscienze. Curatrice della mostra presentata al MLAC, Maria
Francesca Zeuli lega le ultime ricerche di Sabatini Odoardi al
disvelamento dei luoghi comuni celati nel vivere quotidiano. Il
luogo comune viene individuato, sezionato e sottilmente ribaltato
in presa di coscienza critica e vigile, con un rapido corto circuito
che ne svela le contraddizioni. “Siamo quello che leggiamo
è un luogo comune?” si chiede Zeuli, scavando al
nocciolo dell’ironia dell’artista.
In Diagramma della sacra vita Simonetta Lux ricuce il filo delle
radici artistiche di Sabatini Odoardi, assimilando il suo lavoro
a quello delle maggiori figure della storia culturale e artistica
del novecento. In particolare il parallelo con la letteratura
di Carlo Emilio Gadda si rivela pregnante: una tensione gaddiana
è attribuita da Simonetta Lux al lavoro dell'artista, votato
a un'indagine sul linguaggio e sulla cultura, sacra e profana,
che contraddistingue la nostra epoca.
Sul linguaggio e sulle caratteristiche distintive dell'opera d'arte
si sofferma il saggio di Domenico Scudero, che nell'analizzare
il lavoro di Sabatini Odoardi trova occasione di sviluppare una
formulazione teorica in merito alle affinità e divergenze
riscontrabili fra scrittura e opera d’arte, entrambe alle
prese con un messaggio da trasmettere. Scudero definisce opera
frontale il lavoro di Sabatini Odoardi, in quanto portatrice di
una frontalità che è tipica dell’investigazione,
dell’indagine.
“Gino è un classico”, afferma Fabio Mauri nel
saggio qui pubblicato: il maestro riconosce nell’allievo
rare doti di ricerca metodica e razionale, nel tentativo di “sostituire
l’insostituibile”. Completano la pubblicazione un
saggio di Ludovico Pratesi, una lettera di Cecilia Casorati, un
testo dell’artista stesso e un’intervista curata da
Sabrina Vedovotto. L’appendice bio-bibliografica è
a cura di Maria Francesca Zeuli.
Emanuela Termine |
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