NOTE:

(1) “Gli Amici” é il nome con il quale si fa chiamare il gruppo di disabili della comunità.

(2) È il nome di un’opera in mostra nella Verifica#1 al MLAC ma anche di una frase scritta attraverso il computer da Sonia Sospirato, una disabile mentale con problemi di linguaggio che finalmente è riuscita ad esprimersi.

Illuminazioni > In-luminare, dar lume, ragione, ma anche rischiarare attraverso l’arte ogni forma di emozione e di comunicazione in una sinergia che vede l’incontro tra normale e diverso, tra disabile e persona al fine di una comprensione intellettuale dell’io e dell’altro.
È questa la forza dell’opera di César Meneghetti, un work in progress dell’artista italo-brasiliano iniziato nel marzo 2010 ed ancora in corso tra Roma e Venezia con il nome di IO E’/ un ALTRO; un lavoro relazionale tra arte, nuove tecnologie ed azione sociale in collaborazione con un gruppo di 120 adulti disabili mentali impegnati nei 9 laboratori sperimentali d’arte della Comunità romana di Sant’Egidio: gli Amici.

Per circa un anno l’artista segue gli Amici (1) organizzando dei workshop e restringendo successivamente la cerchia a circa 30 persone, le quali entreranno definitivamente a far parte dell’opera di César Meneghetti su-, con- e di-, protagonisti e attori di se stessi.
Meneghetti vuole dare luce a percorsi alternativi accantonando qualsiasi pregiudizio e cercando di raggiungere un modo diverso di vivere e vedere la vita senza la retorica dell’arte che talvolta erroneamente viene chiamata terapia, piuttosto offrendo ai disabili gli strumenti necessari per la loro chiamata ad essere riconosciuti come artisti e come persone.
Meneghetti conosce il forte legame che il gruppo ha con la pittura, in un processo che giunge al culmine di un complesso lavoro della Comunità con i suoi colti volontari e specialisti, un processo raccontato nel libro di autori vari SLAZAC, Con L’arte da disabile a persona (Roma, Gangemi, 2007).
A coloro che si rappresentano attraverso il colore, la pittura, la scultura, le installazioni, l’artista introduce anche gli strumenti proprio del suo mestiere d’artista ipercontemporaneo, il video – la fotografia – il web, invogliandoli non solo alla ricerca, ma soprattutto alla sperimentazione dei media al fine di produrre delle risposte.
Una zona di imprevedibilità dove persino coloro che non riescono ad esprimersi verbalmente e a comunicare a causa di alcuni deficit neurologici, hanno riacquistato la comunicabilità per mezzo della tecnologia digitale, pronunciando racconti intelligenti sul loro modo di percepire il mondo e di percepirsi, in un contesto di esclusione pregiudiziale che va dai familiari stessi agli estranei: un “E assai mi duole ancora” (2) segno di una sofferenza taciuta, di un ricordo di vita nascosto.

È ciò che è emerso nella Verifica #1 del progetto IO E’ UN ALTRO in mostra al MLAC, Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea dell’Università di Roma “La Sapienza” il 28 Febbraio 2011.
Meneghetti intervista gli Amici all’interno di una Videocabina, un non luogo in cui i protagonisti si siedono per parlare di loro, per raccontare con parole semplici ma acute, significative, i disagi della disabilità, il significato della vita e della ragione attraverso la conoscenza di ciò che è per loro Dio, l’amore e la normalità.
La Verifica #2 si è svolta l’ 1, 2, 3 giugno a Venezia. Alcuni dei disabili sono entrati nel mondo ufficiale dell’arte durante i giorni dell’Inaugurazione della 54. Biennale d’Arte Internazionale, dove il glamour e l’identità del Sistema chiuso dell’arte domina e sovrasta l’opera d’arte e gli artisti prescelti.
I protagonisti, dotati di un cellulare touch screen di ultima generazione, hanno prodotto la loro visione dell’evento attraverso delle fotografie in giro tra i Giardini, l’Arsenale e gli Eventi Collaterali.

Se nella Verifica#1 l’artista osserva Gli Amici e attraverso le domande cerca di esplorare il loro mondo nascosto mostrando allo spettatore come si convive con la disabilità, una verità sconosciuta, a volte ricca di privazioni segnata dal malessere ma sicuramente arricchita dal lavoro con la Comunità di Sant’Egidio, qui nella seconda esperienza a Venezia c’è un cambiamento totale del punto di vista.
I disabili ora artisti hanno prodotto autonomamente una risposta che potremmo definire come opera dopo gli studi di laboratorio e di workshop. Non siamo più noi spettatori ad osservarli passivi mentre si raccontano con un sottile imbarazzo davanti alla camera, poiché nella Verifica#2 hanno conquistato un punto di vista evoluto, dove il loro sguardo sulla Biennale più antica del mondo si fa anche nostra vista, in uno sviluppo dell’apprendimento e della consapevolezza che li ha resi più forti e soprattutto capaci di creare.

IO E’ UN ALTRO troverà un ulteriore luogo di comunicazione della ricerca in atto all’interno della Biennale Session del 14 Ottobre, che si terrà nella sala conferenze dell’Archivio Storico della Biennale di Venezia con sede ai Giardini, un incontro in collaborazione con La Comunità di Sant’Egidio, il centro di ricerca MLAC-Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della Sapienza di Roma e le Università di Roma e Venezia.
Si riuniranno intorno a César Meneghetti gli Amici della Comunità e i docenti e studenti universitari, filosofi, poeti, storici dell’arte e curatori, psichiatri ed esperti di disabilità: per parlare dei risultati eclatanti del progetto IO E’ UN ALTRO, di una visione alternativa accolta ufficialmente come gesto artistico.
Un campo di prova – una verifica – per analizzare la sinergia delle persone che oltre all’artista lavorano da lungo tempo all’interno di IO E’ UN ALTRO, un team di eccellenza, i cui membri potranno dire quanto hanno appreso, più di quanto hanno insegnato. Verificare vuol dire accertarsi la verità, una verità non abile, ma una verità, nel dipingere, scrivere e fotografare.
Gli Amici sono artisti perché si sentono persone normali che hanno scelto un mezzo per parlare di sé e del mondo, mostrando inconsapevolmente una verità purissima, non ostacolata dal pregiudizio di tutto ciò che è normale e partendo dal presupposto che una normalità non c’è davvero mai.

Il lavoro di CÉSAR MENEGHETTI, artista e film-maker italo-brasiliano, ruota attorno alla riflessione sociale attraverso un’estetica sperimentale e l’interazione dei media tra emisferi Nord e Sud. Utilizza il mezzo cinematografico, cosi come il video, la fotografia, la pittura e l’installazione. Attraverso il mix dei mezzi tecnici, tradizionali e nuove tecnologie, si avvale dal dispositivo elettronico/digitale, del supporto fotografico/pellicola per estrarre e isolare fotogrammi della realtà e poi rielaborarli digitalmente (film/video) reinserendoli in un contesto diverso dall’originario. Ha esposto in più di 39 paesi. Ha realizzato numerosi lavori audiovisivi, tra cui 1 lungometraggio, 7 documentari, oltre 100 cortometraggi e film/video sperimentali. Negli ultimi anni ha ricevuto 61 premi, menzioni, borse di studio e altri riconoscimenti per il suo lavoro. Vive e lavora tra Roma e São Paulo.

La Comunità di Sant’Egidio ha collaborato a promuovere o direttamente promosso  nell’ordinamento italiano leggi per il diritto alla integrazione scolastica di alunni con handicap e modifiche a leggi preesistenti, con la finalità di garantire l’accesso, superando la concezione escludente delle classi differenziali e speciali. Nel libro di autori vari Slazac- Con l’arte da disabile a persona (Roma, Gangemi, 2007), alle pp. 335 sgg, vengono riportate le caratteristiche delle principali leggi, a partire dal ribaltamento dell’indirizzo vigente avvenuto agli inizi degli anni settanta. Si è trattato di un ribaltamento epocale, altrettanto importante internazionalmente quanto la legge Basaglia. Oggi i recenti governi hanno quasi cassato, per ragioni finanziarie, tutto l’eccellente e avanzatissimo sistema di sostegni e dotazioni organiche di insegnanti. Un’altra eccellenza dell’Italia – tra le tante- quasi annullata, ma che certamente sarà compresa e riaffermata dalle nuove generazioni.

Dall’alto:

Verifica #2, 1, 2, 3 giugno, 54 Biennale di Venezia. Per le immagini: Courtesy César Meneghetti